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LE CALENDE
Per prevedere il tempo, i nostri nonni facevano le calende.
Prendevano in considerazione i giorni che vanno dal 13 dicembre (S.
Lucia) al 24 dicembre (vigilia di Natale) e li mettevano in corrispondenza
con i mesi dell'anno: 13 Dicembre = Gennaio; 14 Dicembre = Febbraio; 15
Dicembre = Marzo; 16 Dicembre = Aprile; 17 Dicembre = Maggio; 18 Dicembre
= Giugno; 19 Dicembre = Luglio; 20 Dicembre = Agosto; 21 Dicembre =
Settembre; 22 Dicembre = Ottobre; 23 Dicembre = Novembre; 24 Dicembre =
Dicembre
Poi registravano l'andamento meteorologico di ciascun giorno:
quello che accadeva nel giorno considerato, ad es. il 13 dicembre, sarebbe
accaduto inevitabilmente nel mese corrispondente (gennaio), ma
all'incontrario, poichè la regola era
"Calènne trùvete[1],
mése chiare;
calènne chiare, mése trùvete."
Naturalmente bisognava tener conto anche delle frazioni del giorno
considerato. Se ad es. nelle prime ore del giorno considerato si
registrava bel tempo, nella prima parte del mese corrispondente ci sarebbe
stato il maltempo. E viceversa.
Tutto veniva previsto con meticolosa precisione ed il lavoro nei
campi veniva eseguito con estrema razionalità. Se le calende prevedevano
una primavera piovosa, si seminava il granturco anche nelle zone alte,
come Pantano, Pastinello, La Rota della Spina ecc., poiché di sicuro
sarebbe venuto rigoglioso ed abbondante; ma nel contempo, si ritardava la
tosatura delle pecore, altrimenti queste s’abbescelàvane[2].
Se le calende prevedevano un autunno asciutto, si posticipava la vendemmia
e la raccolta delle olive. Il metodo di previsione meteorologica inventato dai nostri nonni era infallibile. Così sostiene il mio amico Pèppe, che delle calende ha fatto una filosofia di vita. Egli con le calende tutto calcola e prevede. E la sua vita scorre liscia come un olio. Tu pensa: riuscì a prevedere il giorno esatto in cui sarebbe nato il suo primo figlio e anche quello in cui “si sarebbe partorita” la sua capra. E non sì sbagliò mica, eh!
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