I TESORI NASCOSTI

 

     Tanti tesori nascosti, di valore inestimabile, esistono dalle nostre parti. Lo sanno tutti. Uno, forse il più ricco, si trova nella Val San Pietro. E' nascosto nel cavo di una roccia. Molti sono andati a cercarlo, ma nessuno è riuscito a prenderlo. Poiché la mappa di cui disponiamo, è di difficile lettura: i disegni sono sbiaditi, quasi cancellati dall'usura (chissà quante mani ci son passate sopra). Solo una frase si riesce a leggere (ma più con la mente che con gli occhi): "lo frate che busca el pan nel antro". Che vorrà dire? Nessuno lo sa. D'altronde come fa un frate a cercare il pane in montagna? E di quale antro si tratta, se lì ce ne stanno tanti? Molti, pur senza riuscire a decifrare la mappa, sono andati a cercare il tesoro. Sono andati a tentoni, sperando di scoprire un segno, un indizio qualsiasi che rivelasse il ripostiglio segreto: si sono calati in precipizi, hanno scalato rocce, ispezionato spaccature, spostato massi, scavato buche. Ma è stata tutta fatica sprecata: del tesoro neanche l'ombra. E si capisce perché: le pietre, a suo tempo messe a chiusura dell'antro, ormai si sono saldate con la roccia, che ora appare compatta, liscia e uniforme. Addio, tesoro! Non ti troveremo mai più. Magari, andando in montagna, ci passeremo vicino, toccheremo la roccia con le mani, senza sapere che là sotto, a pochi centimetri, c’è il tesoro nascosto. Poi ce ne andremo tranquilli a casa, felici di aver fatto una bella escursione; senza sospettare minimamente che abbiamo sfiorato la fortuna e non ce ne siamo accorti.

     I tesori nascosti si trovano un po' dovunque: sottoterra, nel pavimento d'una vecchia casa, dietro un masso, nel cavo di un albero... Chi li nascose? Certamente furono persone ricche o briganti che, dovendosi allontanare temporaneamente per motivi loro (guerre, persecuzioni, inseguimenti ecc.), contavano di tornare un giorno a riprendersi il tutto. Alcuni tornarono e si ripresero ciò che avevano nascosto; altri non tornarono, perché morirono o furono imprigionati o trasportati lontano. E così i loro tesori rimasero dove erano stati nascosti.

     I briganti usavano un metodo tutto loro per nascondere il tesoro (che quasi sempre era frutto di razzie a danno di singole persone o di intere comunità): nascondevano il tesoro e sopra (o sotto, se si trattava di un albero o di una roccia) ci ammazzavano un bambino o un uomo (che poteva anche essere uno di loro), in modo che l’anima dell’ammazzato facesse la guardia al tesoro e allontanasse gli estranei con urli, bagliori, rumori, sassaiole, sommovimento del terreno ecc. ecc.

       Però, nonostante le precauzioni prese, qualche tesoro ogni tanto è stato scoperto ugualmente, per puro caso. Chi l’ha scoperto, ovviamente è diventato ricco ed ha risolto tutti i suoi problemi.

     Il nonno di mio nonno un giorno andò in montagna a far la legna e siccome s'era fatto tardi, decise di pernottare lì. Legò l'asino ad un arbusto, raccolse un po' di legna secca ed accese il fuoco ai piedi d'un vecchio faggio. Il faggio prese fuoco, il tronco si ridusse in brace e dalla brace uscì un rivolo lucente che rischiarava tutto intorno: era il tesoro che, nascosto nel cavo dell’albero, ora si scioglieva al calore. Andò tutto perso. Il nonno di mio nonno rimase povero. Peccato!

     Invece un suo amico fu più fortunato. Anch'egli andò in montagna a far la legna. Legò l'asino ad un arbusto, prese la scure e cominciò a tagliare un grosso faggio. Dopo alcuni colpi, il tronco si aprì e dalla fessura uscì una cascata di monete d'oro, bracciali, spille e pietre preziose. L'amico del nonno di mio nonno raccolse il tesoro, lo caricò sull'asino e se ne tornò a casa. E così diventò ricco. Beato lui!

     Ognuno di noi potrebbe diventare ricco. Anche tu. Anzi ora ti do le istruzioni. Se, putacaso, tu sognassi una persona morta o ti imbattessi nel suo spirito mentre solo soletto fai una passeggiata o mentre torni a casa di notte (le apparizioni avvengono ancora oggi, più di frequente di quanto tu non creda) e ti sentissi dire "Vai là, scava e non ti pentirai", che cosa faresti?

     - Mah, io non credo a queste cose. - risponderai tu, ne sono sicuro. Ma fai male. Io, al posto tuo, mi metterei subito all’opera. Per prima cosa mi tapperei la bocca, non parlarei con nessuno del sogno fatto (o della voce ascoltata), neanche con mia madre, neanche con mia moglie, neanche  con i miei figli, altrimenti perderei tutto, poiché questa è la regola. Invece prenderei un piccone, una pala, glie cestrune e li caricherei sull'asino… Perbacco, non ho l’asino… Non fa niente: mi farò prestare il motozappa da Gliebbratine, mio cognato, e nottetempo, quando nessuno mi vede, andrei nel luogo che mi è stato indicato e mi metterei a scavare. Scavo, scavo, scavo senza stancarmi mai, qualunque cosa accada. Streghe, spiriti, fantasmi mi si presentano minacciosi? Lampi, tuoni, bagliori e tremuoti m'investono d'ogni dove? Urli, lamenti e maledizioni lacerano il silenzio della notte?... Non me ne darò per inteso: so bene che vogliono spaventarmi per difendere il tesoro. Perciò continuerò a scavare. E quando streghe, spiriti, lampi, tuoni ecc. si faranno più rabbiosi e spaventevoli che mai, mi fermerò un attimo per riprendere fiato e mi preparerò, ché è giunto il momento: il tesoro è lì sotto, a pochi centimetri, pronto per essere preso e portato via. Scanserò con le mani l'ultimo strato di terra ed il tesoro finalmente mi appare, bello e splendente; lo prenderò con calma e delicatezza, ma deciso e sicuro; lo caricherò sul motozappa e me ne tornerò a casa. Così divento ricco anch’io. E cambierò vita: macchina nuova, vestiario griffato, qualche viaggetto all’estero…

     Quanti tesori sono stati scoperti qui da noi? Non lo sappiamo e non lo sapremo mai, poiché chi ne trova uno, non va certo a raccontarlo in giro. Ma da quel che vedo… Macchinone luccicanti, case rimesse a nuovo, settimane bianche! Eeeh, qua più di qualcuno ha trovato il tesoro. Pure quello che ultimamente è andato a scavare alla Prèta ‘glie Acéce (dove una volta stava una pianta d'uócchie). Dai cocci lasciati per terra, quello, più che una pignata, deve aver trovato una rencèlla piena di ogni ben di Dio. Eeeh.  

 

“Il tesoro più ricco si trova nella Val S. Pietro, è nascosto nel cavo di una roccia…”